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Sicurezza informatica

Per i criminali informatici chiunque è una facile preda. Dimostri loro che si sbagliano.

A nessuno piace gestire decine o addirittura centinaia di password che cambiano continuamente. Non c’è da stupirsi, quindi, che l’esausto Chief Operating Officer (COO) di una società di private equity non ne volesse neppure sentir parlare e utilizzasse una sola password per la maggior parte dei suoi account, sia personali che professionali.

Ciò che poi è accaduto, non dovrebbe sorprenderci: durante un attacco informatico non correlato all'ambito lavorativo, dei criminali informatici sono riusciti a sottrargli la password e a utilizzarla per violare i suoi account e-mail, personale e aziendale, accedendo all’intero sistema informatico della sua società.

Un attacco ransomware era inevitabile. L’infrastruttura digitale dell’azienda è stata disattivata e i dipendenti non hanno potuto lavorare per intere settimane. Non parliamo poi dei costi finanziari e reputazionali. Mettere in conto una piccola "seccatura personale" a monte, avrebbe potuto evitare problemi e il relativo effetto domino.

La prevenzione degli attacchi informatici non consiste unicamente nell’implementare tecnologie di sicurezza adeguate. Un’azienda, i suoi dipendenti e i vari processi possono essere vulnerabili. Spesso i criminali informatici cercano di infiltrarsi nei dispositivi, rimanendo inattivi per raccogliere informazioni e studiare le abitudini degli utenti prima di sferrare un attacco su larga scala.

Molte famiglie che dispongono di un patrimonio considerevole, aziende e di family office si trovano completamente impreparate.

Un panorama criminale estremamente sofisticato

Attacchi informatici, bot automatizzati, deepfake basati sull’IA, vulnerabilità dei software, ransomware… il panorama all'interno del quale oggi si muovono i criminali informatici è molto più sofisticato rispetto a pochi anni fa. Questo vale non solo per le grandi organizzazioni vittime di truffe informatiche che finiscono sui giornali, ma per qualunque azienda, a prescindere dalle sue dimensioni.

Di fatto, il 75% degli attacchi informatici prende di mira le piccole e medie imprese.1 Ciò è dovuto in parte al fatto che non dispongono delle solide difese delle organizzazioni più grandi e in parte al fatto che molti imprenditori credono erroneamente che utilizzare il cloud garantisca la sicurezza. Quando un criminale informatico riesce a intrufolarsi in un’organizzazione, cercherà di muoversi lateralmente per rubare dati preziosi e, in generale, creare caos.

Alla ricerca di un facile bersaglio

Persone e famiglie con un elevato patrimonio netto, società di investimento, family office e aziende private sono obiettivi particolarmente interessanti per i criminali informatici perché trasmettono un senso di ricchezza, dispongono di risorse significative e hanno un’impronta digitale molto estesa. Il 24% degli intervistati per il nostro Global Family Office Report 2024 ha dichiarato di avere subito attacchi informatici. Tra i family office con un patrimonio superiore a 1 miliardo di dollari, il 40% ha dichiarato di aver subito attacchi informatici.

Ciò nonostante, la nostra ricerca mostra come i family office siano generalmente impreparati. Solo il 39% richiede al personale di seguire una formazione sulla sicurezza informatica e solamente il 34% si avvale di un fornitore di servizi di difesa informatica.2 Quasi un quarto (il 23%) non dispone di alcuna protezione informatica.

Come altri malviventi/ladri/scassinatori, anche i criminali informatici cercano il punto debole. Spesso, si tratta delle persone. Gli hacker utilizzano tutte le forme di ingegneria sociale (phishing tramite e-mail e SMS, manipolazione dei codici QR e manipolazione vocale) per carpire informazioni che diversamente sarebbero protette. Per questo motivo è fondamentale mantenere un atteggiamento scettico nei confronti di qualunque richiesta di denaro o informazione sulla propria organizzazione e verificare ogni richiesta tramite un altro canale.

Assicurarsi che l’IA lavori per noi, non contro di noi

Se da un lato l’intelligenza artificiale (IA) può garantire un aumento dell’efficienza e della produttività, dall’altro può anche comportare rischi per la sicurezza.

Le piattaforme e gli strumenti di IA possono memorizzare qualunque dato venga inserito. Per questo motivo è essenziale adottare misure di protezione che consentano di salvaguardare i dati aziendali e quelli personali. Se si utilizza uno strumento di IA pubblico per leggere ed esaminare i CV e non si dispone di una licenza enterprise, tutti i dati letti in quel modo – cioè nomi, indirizzi e altre informazioni potenzialmente riservate vengono inseriti in una piattaforma LLM (Large Language Model) che non è sotto il controllo dell’utente.

Per interagire in sicurezza con l’IA è necessario:

  • Utilizzare un indirizzo e-mail unico, dedicato esclusivamente all’uso dello strumento di IA. Se si utilizza uno strumento pubblico, non usare lo stesso indirizzo e-mail associato al proprio conto bancario o ad altre informazioni sensibili.
  • Assicurarsi che tutte le richieste siano verificate tramite due canali di comunicazione, ad esempio video, telefonate e/o SMS. Se l’IA viene utilizzata per creare un deepfake convincente, può riuscire a persuadere qualcuno a fornire informazioni sensibili o ad autorizzare una transazione.
  • È particolarmente importante esaminare i processi e i protocolli di pagamento per capire se sono in grado di resistere a un attacco di ingegneria sociale basato sull’IA. Un atteggiamento proattivo e vigile è indispensabile, poiché gli strumenti di IA si stanno rapidamente evolvendo e diffondendo nei luoghi di lavoro. Anche il personale che ricopre ruoli di minor rilievo dovrebbe essere autorizzato a mettere in discussione una richiesta di natura sensibile e convalidarla tramite una forma di comunicazione alternativa.

Valutazione e miglioramento della preparazione informatica

Non esiste un metodo infallibile per proteggere un’azienda dai criminali informatici. Tuttavia, ogni imprenditore, persona facoltosa e family office può adottare alcune misure per ridurre i rischi e limitare i danni nell’eventualità di una violazione.

  • Affidarsi a professionisti

    Se non si è esperti di sicurezza informatica, è vivamente sconsigliato cercare di orientarsi da soli tra le complessità del panorama digitale. Al contrario, è meglio avvalersi di esperti e professionisti di fiducia per valutare e implementare controlli di sicurezza informatica in tutta l’organizzazione, a livello di personale, processi e tecnologie. Anche se in passato ci si è già rivolti a professionisti, per garantire che le difese utilizzate rimangano solide e aggiornate è importante effettuare regolarmente un’attività di manutenzione.
  • Condurre una valutazione informatica

    È consigliabile come prima cosa procedere con una valutazione informatica completa da parte di un’azienda qualificata. Una valutazione metterà in evidenza vulnerabilità specifiche, consentendo di dare priorità a quelle più rilevanti e affrontarle in modo efficace.
    Una valutazione completa permette di individuare i potenziali punti deboli attraverso test di rete, controlli degli accessi fisici e fattori di ingegneria sociale.
  • Curare la formazione del personale e della propria famiglia

    Un aspetto importante è la formazione del proprio personale sulle potenziali vulnerabilità, come il phishing (e-mail, SMS, codici QR e telefonate), le richieste di pagamento fraudolente e altri metodi utilizzati dai criminali informatici per accedere a informazioni o denaro. Lo sviluppo di una cultura della vigilanza riduce il rischio di compromissione.

    La formazione deve riguardare anche i familiari. Se un membro della famiglia è abbastanza grande da avere un account social, lo è anche per ricevere una formazione sul suo utilizzo. Gli adolescenti, in particolare, devono imparare a non condividere informazioni che rivelino troppo sulle attività e sull’ubicazione della famiglia. Un bel viaggio è un’esperienza fantastica, ma è meglio raccontarlo in giro una volta tornati a casa.
  • Autenticazione a più fattori (MFA)

    L’autenticazione a più fattori è un po’ scomoda, ma comporta noie molto meno serie rispetto a un attacco ransomware o a un tentativo di estorsione. È anche uno dei livelli di difesa più efficaci a disposizione di aziende e privati. È opportuno utilizzarla ovunque possibile, sia a livello personale che professionale, in particolare per proteggere dati di importanza critica e l’accesso da remoto. Vantaggio aggiuntivo: l’utilizzo dell’autenticazione multifattoriale può addirittura ridurre i costi di un’assicurazione contro i rischi informatici.
  • Controllo degli accessi

    L’adozione di una politica sugli accessi basata sul principio della “necessità di sapere” in tutta l’organizzazione garantisce che solo il personale, le applicazioni e gli strumenti che hanno assolutamente bisogno di informazioni specifiche possano accedervi.

    Le politiche sugli accessi non sono una questione di fidarsio non fidarsidei dipendenti. Si tratta piuttosto di cercare limitare i danni nel caso in cui qualcuno riesca a violare i sistemi aziendali utilizzando le credenziali di un dipendente, avendogli rubato l’identità.

Considerando il mutevole panorama delle minacce informatiche e la loro crescente pericolosità, è molto meglio investire una somma modesta in attività di valutazione e prevenzione anziché sostenere un costo esorbitante, in termini di denaro, reputazione e grattacapi, per un attacco ransomware o un tentativo di estorsione che avrebbero potuto essere evitati.

Noi possiamo essere di aiuto

Proteggere il patrimonio e le informazioni dei clienti è la nostra priorità. J.P. Morgan è fermamente impegnata a fornire servizi sicuri e resilienti ai propri clienti e partner in un contesto segnato da minacce in continua evoluzione. Per maggiori informazioni e risorse su come proteggere al meglio se stessi, la propria famiglia e la propria azienda, può rivolgersi al team J.P. Morgan.

1The 2024 Sophos Threat Report (https://news.sophos.com/en-us/2024/03/12/2024-sophos-threat-report).

2J.P. Morgan Private Bank, Relazione sui Global Family Office per il 2024, aprile 2024.

La sicurezza informatica richiede un approccio olistico

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Nessun contenuto del presente documento è da interpretarsi quale fonte di obbligo di diligenza da osservarsi nei confronti del cliente o di terzi o quale rapporto di consulenza con il cliente o con terzi. Nessun contenuto del presente documento è da considerarsi come offerta, sollecitazione, raccomandazione o consiglio (di carattere finanziario, contabile, legale, fiscale o di altro genere) fornito da J.P. Morgan e/o dai suoi funzionari o agenti, indipendentemente dal fatto che tali comunicazioni siano avvenute a fronte di una richiesta del cliente o meno. J.P. Morgan e le sue consociate e i suoi dipendenti non forniscono consulenza fiscale, legale o contabile. Prima di effettuare una transazione finanziaria si raccomanda di consultare il proprio consulente fiscale, legale e contabile. 

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Potranno sorgere dei conflitti d’interesse laddove JPMorgan Chase Bank, N.A. o una delle sue consociate (collettivamente “J.P. Morgan”) abbiano un incentivo effettivo o apparente, economico o di altro tipo, ad adottare nella gestione dei portafogli dei clienti comportamenti che potrebbero avvantaggiare J.P. Morgan. Potrebbero ad esempio insorgere conflitti d’interesse (ammesso che le seguenti attività siano abilitate nel conto): (1) quando J.P. Morgan investe in un prodotto d’investimento, come un fondo comune, un prodotto strutturato, un conto a gestione separata o un hedge fund emesso o gestito da JPMorgan Chase Bank, N.A. o da una consociata come J.P. Morgan Investment Management Inc.; (2) quando un’entità di J.P. Morgan riceve servizi, ad esempio di esecuzione e compensazione delle transazioni, da una sua consociata; (3) quando J.P. Morgan riceve un pagamento a fronte dell’acquisto di un prodotto d’investimento per conto di un cliente; o (4) quando J.P. Morgan riceve pagamenti per la prestazione di servizi (tra cui servizi agli azionisti, di tenuta dei registri o deposito) in relazione a prodotti d’investimento acquistati per il portafoglio di un cliente. Altri conflitti potrebbero scaturire dai rapporti che J.P. Morgan intrattiene con altri clienti o quando agisce per proprio conto.

Le strategie d'investimento, selezionate tra quelle offerte dai gestori patrimoniali di J.P. Morgan ed esterni, sono sottoposte al vaglio dei nostri team di ricerca sui gestori. Partendo da questa rosa di strategie, i team di costruzione del portafoglio scelgono quelle che a nostro avviso meglio rispondono agli obiettivi di allocazione di portafoglio e ai giudizi prospettici al fine di soddisfare l’obiettivo d’investimento del portafoglio.

In linea di massima, viene data preferenza alle strategie gestite da J.P. Morgan. Prevediamo che, subordinatamente alle leggi applicabili e ai requisiti specifici del conto, la percentuale di strategie del Gruppo potrebbe essere elevata (anche fino al 100 %) per i portafogli incentrati, ad esempio, sugli strumenti di liquidità e sulle obbligazioni di qualità elevata. 

Anche se le strategie gestite internamente si allineano bene ai nostri giudizi prospettici e sebbene conosciamo i processi d’investimento e la filosofia di rischio e di compliance della società, è importante osservare che l’inclusione di strategie gestite internamente genera un maggior livello di commissioni complessive a favore di J.P. Morgan. In alcuni portafogli diamo la possibilità di optare per l'esclusione delle strategie gestite da J.P. Morgan (al di fuori dei fondi cash e di liquidità).

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