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Strategia di investimento

Rassegna sugli investimenti per il 2° trimestre del 2025: Rimanere investiti ripaga

IN BREVE

  • Negli Stati Uniti la stagione degli utili del Q1 ha battuto le aspettative

  • Dal “Liberation Day” i mercati statunitensi e il settore tecnologico hanno sovraperformato

  • L’inflazione rimane moderata nonostante i timori suscitati dai dazi

  • Il “pain trade” è un movimento al rialzo dell’azionario

Commento sul mercato

Da dove iniziamo? È stato un trimestre che persino la nostra LLM suite basata sull’intelligenza artificiale ha faticato a sintetizzare! Se cercassimo di coprire ogni notizia e avvenimento, questo articolo finirebbe per essere una lettura fin troppo lunga. Eppure, non si direbbe se considerassimo solo i rendimenti degli asset di rischio, che nel trimestre hanno compiuto un viaggio di andata e ritorno, chiudendo con rendimenti positivi. Un buon esempio lo fornisce il VIX, un indice di volatilità dell’S&P500, che durante il “Liberation Day” ha subito un’impennata per poi scendere con l’avanzare del trimestre.

Indice VIX

Fonte: Bloomberg. Al 30/06/2025.

A cosa è dovuto un simile andamento? Semplicemente al fatto che il mondo ha sperimentato in prima persona l’“Arte della negoziazione”: Trump ha annunciato dazi su una scala molto più ampia del previsto, per poi ridurli progressivamente con il passare delle settimane. Le conclusioni da trarre in questa fase sono poche, se non che il ventaglio di possibili esiti si è ristretto e lo ha fatto in una direzione positiva, cioè verso un livello tariffario più ragionevole. Il VIX è sceso da un picco di 50 (un livello prossimo a quello toccato durante la “crisi finanziaria globale”) fino a raggiungere la fascia sotto quota 20. L’azionario ha recuperato tornando ai massimi già toccati, mentre gli spread creditizi sono tornati sui minimi precedenti. In altre parole, i mercati sono passati dallo scontare una recessione a un mondo in cui il ciclo prosegue.

Forse il miglior indicatore dell’economia reale è arrivato dagli utili societari del Q1 e dalle guidance delle società: i componenti dell’S&P500 hanno registrato una crescita media degli utili del 13%, ben superiore alle attese. I manager delle aziende hanno espresso preoccupazione in merito all’incertezza causata dai dazi, ma il messaggio principale è stato che tutto procede come al solito (“business as usual”) e che gli investimenti nell’IA miglioreranno l’efficienza e difenderanno i margini. Tutto ciò rafforza l’idea che la spesa in IA rappresenti un trend secolare per gli investimenti aziendali.

I fondamentali macro sono rimasti solidi: negli Stati Uniti l’indice PMI dei responsabili degli acquisti di giugno si è attestato a quota 52,8 (tutti i valori superiori a 50 denotano crescita), mentre in Europa è rimasto relativamente stabile a 50,2. L’inflazione continua a scendere in modo graduale. Negli Stati Uniti l’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) annualizzato si attesta al 2,4% e in Europa all’1,9%. Il dato europeo è degno di nota perché è la prima volta che nell’era post-Covid l’inflazione scende sotto al livello target fissato dalla BCE (2%). Di conseguenza, la BCE potrà continuare a tagliare i tassi (dati i bassi livelli di crescita) e si prevede che i tassi di riferimento possano raggiungere l’1,5% quest’anno. Questo implicherebbe rendimenti reali negativi per chi detiene liquidità in Euro e quindi, ancora una volta, gli investitori europei sono chiamati a investire per evitare un’erosione dei propri patrimoni nel lungo periodo.

Negli Stati Uniti, invece, l’inflazione è ancora sopra l’obiettivo del 2% fissato dalla Fed e, poiché la crescita regge, i tagli dei tassi sono stati sospesi.

Questo ampliamento del differenziale di tasso interessa i mercati valutari (FX). Nel trimestre, il Dollaro statunitense ha continuato a svalutarsi, in particolare nei confronti dell’Euro. Riteniamo che ciò sia attribuibile all’espansione della spesa pubblica in Europa (ad esempio, la spesa per la difesa in tutta Europa e quella per le infrastrutture in Germania), che sta riducendo il divario di crescita atteso tra gli Stati Uniti e il Vecchio Continente. Le probabilità che il Dollaro statunitense si indebolisca ulteriormente sono limitate dall’ampliamento del differenziale di tasso d’interesse e dal fatto che gli Stati Uniti paiono destinati a crescere più rapidamente dell’Europa. Oltre alla crescita strutturale del settore tecnologico, infatti, sono in arrivo sgravi fiscali e una possibile ulteriore deregolamentazione sotto il mandato di Trump.

Sul versante geopolitico, l’intensificarsi dei conflitti ha accresciuto l’incertezza globale. Nonostante lo scenario drammatico, i mercati sembrano guardare sostanzialmente oltre i problemi. Sebbene l’escalation tra Israele e Iran abbia provocato un’impennata dei prezzi del petrolio, questo movimento si è rapidamente invertito, portando ad una riduzione dei prezzi del 10% circa rispetto all’inizio dell’anno: una dinamica disinflazionistica favorevole, in particolare per l’Europa, e un ulteriore motivo per ritenere che la traiettoria dei tassi d’interesse deliberati dalle Banche Centrali tenderà al ribasso anziché al rialzo.

Come possono i mercati registrare una performance così robusta nonostante le attuali tensioni legate ai dazi e alle questioni geopolitiche? Pur aspettandoci nuovi scontri e ritorsioni per quanto riguarda le politiche doganali, riteniamo che la maggior parte del tema verrà affrontato entro fine anno. Prevedibilmente, ci attendiamo che quest’anno l’economia statunitense accuserà un rallentamento, ma l’anno prossimo subirà una nuova accelerazione grazie a una maggiore chiarezza su dazi, sgravi fiscali, spesa strutturale per l’IA e politiche di bilancio meno rigide. L’attenzione dei mercati è rivolta al 2026 e alla prospettiva di una continua crescita degli utili. È interessante notare che quest’anno gli utili societari hanno mostrato una crescita più rapida rispetto all'andamento dei mercati azionari, motivo per cui, nonostante i mercati siano in rialzo, le valutazioni hanno subito una leggera flessione. Al momento, le valutazioni non sono a sconto, ma giustificabili. Inoltre, gli spread creditizi ristretti (il premio che il debito societario offre rispetto ai titoli di Stato) lasciano intendere che il ciclo proseguirà, sostenuto dalla tendenza dei tassi di interesse a muoversi al ribasso.

Rendimenti degli indici 2025 in diverse valute

Bloomberg Finance L.P. 30/06/2025

Principali attività del portafoglio nel corso del trimestre

Dati i livelli di volatilità e di notizie di rilievo, ci si sarebbe potuti aspettare un aumento dei riposizionamenti. Una simile risposta, però, avrebbe molto probabilmente determinato una sottoperformance, visto il recupero messo a segno dai mercati dopo il “Liberation Day”, trascinati dall’azionario statunitense e in particolare dal settore tecnologico: rimanere investiti ripaga. Ciononostante, a inizio aprile abbiamo ridotto, in misura marginale il rischio azionario per via dell’incertezza generata dalle politiche sulle tariffe e abbiamo rafforzato il posizionamento nell’obbligazionario core.

A maggio abbiamo ridefinito alcune esposizioni settoriali, operando una presa di profitto nel settore dei beni di consumo primari e in quello industriale degli Stati Uniti, e aumentando l’esposizione ai titoli dei settori finanziario e dei servizi di comunicazione in Europa. In seguito all’ulteriore recupero dei mercati, all’inizio di giugno abbiamo deciso di ribilanciare i portafogli tornando ai nostri livelli tattici preferiti. Tale decisione ha comportato la riduzione di una parte dell’esposizione azionaria, un’operazione di gestione del rischio che costituisce un elemento fondamentale della nostra gestione dei portafogli.

Alla fine di giugno, abbiamo effettuato l’ultimo ribilanciamento, che ci ha permesso di diversificare le nostre esposizioni settoriali, riducendo quella al settore tecnologico statunitense a causa delle valutazioni elevate e aumentando quella al settore industriale europeo.

Posizionamento generale

Pur avendo un posizionamento neutrale nel mix azionario/obbligazionario, manteniamo un orientamento prociclico grazie a un sovrappeso del 4% nell’High Yield, suddiviso in parti uguali tra Europa e Stati Uniti. Sul piano geografico, abbiamo un leggero sovrappeso nel mercato azionario statunitense rispetto a quello europeo. A livello settoriale, dopo aver operato una presa di profitto nel settore dei beni primari, siamo sovraesposti a tecnologia, finanza e sanità. In termini assoluti, le società tecnologiche (circa il 40%) e quelle finanziarie (circa il 20%) sono i principali elementi dell’esposizione azionaria e riteniamo che entrambi i settori abbiano buone prospettive per quanto riguarda gli utili.

Nell’obbligazionario, sottopesiamo le obbligazioni core per privilegiare quelle High Yield e a livello di portafoglio manteniamo un posizionamento di duration neutrale, pari a circa 6,5 anni. Poiché l’High Yield ha una duration più breve, il nostro obbligazionario core (Investment Grade e titoli di Stato) ha una duration leggermente superiore, pari a circa 6,9 anni. Ciò significa che stiamo bilanciando una posizione complessivamente prociclica con un posizionamento per certi versi difensivo nell’obbligazionario, qualora la crescita dovesse deludere. Siamo convinti che, in tal caso, la duration avrà una funzione difensiva, cioè presenterà una correlazione negativa con l’azionario. A livello di sottosettori, manteniamo un sovrappeso negli MBS cartolarizzati.

Per i portafogli con Hedge Funds, siamo posizionati in linea con l’allocazione strategica ed esprimiamo una leggera preferenza per le strategie relative value e global macro.

Rendimenti

Nonostante i timori suscitati dagli eventi recenti, nel secondo trimestre tutte le asset class hanno registrato rendimenti positivi e l’S&P500 ha messo a segno un recupero particolarmente significativo rispetto al resto del mondo, grazie a una crescita degli utili societari superiore alle attese. Anche i rendimenti dell’obbligazionario, sia Investment Grade che High Yield, sono stati positivi e hanno sovraperformato la liquidità. Si è trattato quindi di un trimestre in cui è stato proficuo mantenere la prospettiva di lungo termine e rimanere investiti a livello globale. Per i portafogli non basati sul Dollaro statunitense il problema è stato l’indebolimento della valuta statunitense. Non attuiamo coperture per le posizioni azionarie perché nel lungo periodo i rendimenti azionari superano la volatilità dei cambi. Tuttavia, le correzioni avvengono e in questo caso la debolezza del Dollaro è stata notevole. Di conseguenza, i rendimenti assoluti sono stati più contenuti.

Prospettive

Notiamo una certa discrepanza tra il flusso di notizie negative e l’andamento dei titoli societari: sebbene le incertezze generate dai dazi abbiano marginalmente rallentato l’attività economica, gli investimenti aziendali nell’IA, mirati a migliorare la produttività e proteggere i margini, rimangono persistenti. I costi rimangono contenuti ed è per questo che i dati sull’occupazione stanno registrando una leggera flessione, ma nulla indica che si stia avvicinando un forte rallentamento. Riteniamo che nel 2026 vi sarà un miglioramento della crescita economica: negli Stati Uniti, grazie agli sgravi fiscali e alla deregolamentazione, e in Europa, grazie all’aumento della spesa pubblica per la difesa e le infrastrutture. Rispetto alle medie storiche, negli Stati Uniti le valutazioni sono elevate, ma se consideriamo il trend strutturale dell’IA e la maggiore stabilità degli utili derivanti dal business dei servizi di abbonamento, riteniamo che siano giustificate.

Per quanto riguarda l’obbligazionario, poiché l’andamento dell’inflazione a lungo termine continua a puntare verso il basso (se guardiamo oltre gli impatti a breve termine dei dazi), i tassi tenderanno a calare rispetto ai livelli restrittivi attuali. Ciò lascia prevedere rendimenti totali in linea o superiori a quelli attuali.

Un grande interrogativo è quello che continua ad aleggiare sul destino del Dollaro statunitense. È vero che un ulteriore deprezzamento è possibile, ma riteniamo che la maggior parte di questa flessione sia ormai alle nostre spalle e che i differenziali di tasso d’interesse finiranno per favorire una stabilizzazione della valuta statunitense.

Per concludere, un’osservazione tecnica: è ancora presente una quantità significativa di liquidità in attesa di essere impiegata. Non ci è chiaro quale sia la “flessione” che gli investitori stanno aspettando per procedere a comprare e di conseguenza, in assenza di un cambiamento radicale del quadro macro globale, il “pain trade” è il lento rialzo degli asset di rischio. Se ci dovessimo sbagliare e la crescita dovesse peggiorare, la duration di portafoglio ci aiuterà a proteggerci. Non stiamo assumendo rischi eccessivi nei portafogli, che presentano solo un leggero orientamento prociclico (sovrappeso nell’High Yield), ma manteniamo un giudizio ottimistico sui mercati per il prossimo anno.

Informazioni importanti

PRINCIPALI RISCHI

Il presente materiale è esclusivamente a scopo informativo e può illustrare alcuni prodotti e servizi offerti dalle divisioni di gestione patrimoniale di J.P. Morgan, che fanno parte di JPMorgan Chase & Co. (“JPM”). I prodotti e i servizi descritti, nonché le commissioni, gli oneri e i tassi di interesse associati, sono soggetti a modifica come previsto dai contratti di apertura del conto e possono differire a seconda dell’area geografica.Non tutti i prodotti e i servizi sono disponibili in tutte le aree geografiche. Il cliente con disabilità che necessiti ulteriore supporto per accedere a questo materiale, è pregato di rivolgersi al proprio team J.P. Morgan o di contattarci all'indirizzo accessibility.support@jpmorgan.com per ricevere assistenza. Si prega di leggere tutte le Informazioni importanti.

RISCHI E CONSIDERAZIONI GENERALI

Qualsiasi opinione, strategia o prodotto citato nel presente materiale potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori ed è soggetto a rischi. Il capitale restituito può essere inferiore a quello inizialmente investito e i rendimenti passati non sono indicatori attendibili dei risultati futuri. Le scelte di allocazione/diversificazione di portafoglio non garantiscono un rendimento positivo né eliminano il rischio di perdite. Nessuna parte del presente materiale deve essere utilizzata fuori contesto per prendere decisioni di investimento. Si raccomanda di valutare attentamente se i servizi, i prodotti, le classi di attivo (ad es. azioni, obbligazioni, investimenti alternativi, materie prime ecc.) o le strategie discusse sono idonee alle proprie esigenze. Prima di prendere qualsiasi decisione d’investimento è necessario altresì considerare gli obiettivi, i rischi, gli oneri e le spese associati a un servizio, un prodotto o una strategia. A tal proposito e per informazioni più dettagliate, nonché per discutere di obiettivi/situazione, contattare il team J.P. Morgan.

LIBERATORIA

Si ritiene che le informazioni contenute nel presente materiale siano affidabili; tuttavia, JPM non ne attesta né garantisce l’accuratezza, l’affidabilità o la completezza e declina qualsiasi responsabilità per eventuali perdite o danni (diretti o indiretti) derivanti dall’uso totale o parziale del presente materiale. Non si rilascia alcuna dichiarazione o garanzia riguardo a calcoli, grafici, tabelle, diagrammi o commenti contenuti nel presente materiale, che vengono forniti esclusivamente a scopo illustrativo/di riferimento. I pareri, le opinioni, le stime e le strategie descritti nel presente materiale si basano sul nostro giudizio delle condizioni di mercato attuali e possono variare senza preavviso. JPM non si assume alcun obbligo di aggiornamento delle informazioni contenute nel presente materiale in caso di eventuale variazione delle stesse. I pareri, le opinioni, le stime e le strategie descritti in questa sede possono essere diversi da quelli espressi da altre divisioni di JPM o da pareri espressi per altri fini o in altri contesti; il presente materiale non deve essere considerato un rapporto di ricerca. I rischi e i risultati indicati si riferiscono unicamente agli esempi ipotetici citati; i rischi e i risultati effettivi variano in base alle circostanze specifiche. Le affermazioni prospettiche non dovrebbero essere considerate come garanzie o previsioni di eventi futuri.

Nessun contenuto del presente documento è da interpretarsi quale fonte di obbligo di diligenza da osservarsi nei confronti del cliente o di terzi o quale rapporto di consulenza con il cliente o con terzi. Nessun contenuto del presente documento è da considerarsi come offerta, sollecitazione, raccomandazione o consiglio (di carattere finanziario, contabile, legale, fiscale o di altro genere) fornito da J.P. Morgan e/o dai suoi funzionari o agenti, indipendentemente dal fatto che tali comunicazioni siano avvenute a fronte di una richiesta del cliente o meno. J.P. Morgan e le sue consociate e i suoi dipendenti non forniscono consulenza fiscale, legale o contabile. Prima di effettuare una transazione finanziaria si raccomanda di consultare il proprio consulente fiscale, legale e contabile.

INFORMAZIONI IMPORTANTI SUGLI INVESTIMENTI E SU POTENZIALI CONFLITTI D’INTERESSE

Potranno sorgere dei conflitti d’interesse laddove JPMorgan Chase Bank, N.A. o una delle sue consociate (collettivamente “J.P. Morgan”) abbiano un incentivo effettivo o apparente, economico o di altro tipo, ad adottare nella gestione dei portafogli dei clienti comportamenti che potrebbero avvantaggiare J.P. Morgan. Potrebbero ad esempio insorgere conflitti d’interesse (ammesso che le seguenti attività siano abilitate nel conto): (1) quando J.P. Morgan investe in un prodotto d’investimento, come un fondo comune, un prodotto strutturato, un conto a gestione separata o un hedge fund emesso o gestito da JPMorgan Chase Bank, N.A. o da una consociata come J.P. Morgan Investment Management Inc.; (2) quando un'entità di J.P. Morgan riceve servizi, ad esempio di esecuzione e compensazione delle transazioni, da una sua consociata; (3) quando J.P. Morgan riceve un pagamento a fronte dell’acquisto di un prodotto d’investimento per conto di un cliente; o (4) quando J.P. Morgan riceve pagamenti per la prestazione di servizi (tra cui servizi agli azionisti, di tenuta dei registri o deposito) in relazione a prodotti d’investimento acquistati per il portafoglio di un cliente. Altri conflitti potrebbero scaturire dai rapporti che J.P. Morgan intrattiene con altri clienti o quando agisce per proprio conto.

Le strategie d'investimento, selezionate tra quelle offerte dai gestori patrimoniali di J.P. Morgan ed esterni, sono sottoposte al vaglio dei nostri team di ricerca sui gestori. Partendo da questa rosa di strategie, i team di costruzione del portafoglio scelgono quelle che a nostro avviso meglio rispondono agli obiettivi di allocazione di portafoglio e ai giudizi prospettici al fine di soddisfare l’obiettivo d’investimento del portafoglio.

In linea di massima, viene data preferenza alle strategie gestite da J.P. Morgan. Prevediamo che, subordinatamente alle leggi applicabili e ai requisiti specifici del conto, la percentuale di strategie del Gruppo potrebbe essere elevata (anche fino al 100 %) per i portafogli incentrati, ad esempio, sugli strumenti di liquidità e sulle obbligazioni di qualità elevata.

Anche se le strategie gestite internamente si allineano bene ai nostri giudizi prospettici e sebbene conosciamo i processi d’investimento e la filosofia di rischio e di compliance della società, è importante osservare che l’inclusione di strategie gestite internamente genera un maggior livello di commissioni complessive a favore di J.P. Morgan. In alcuni portafogli diamo la possibilità di optare per l'esclusione delle strategie gestite da J.P. Morgan (al di fuori dei fondi cash e di liquidità).

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Negli Stati Uniti la stagione degli utili del primo trimestre è andata oltre le aspettative, con le ottime performance dei listini e del settore tecnologico dopo il “Liberation Day”. L’inflazione si mantiene stabile nonostante i timori suscitati dalle politiche doganali, determinando il sorprendente rialzo dei titoli azionari. Approfondisca questi sviluppi.

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