Informazioni importanti
Per ulteriori dettagli, leggere le comunicazioni riportate di seguito.
Le seguenti politiche e disposizioni riguardano tutte le persone giuridiche europee di J.P. Morgan
Analisi quantitativa dell’esecuzione alle condizioni migliori conforme alla direttiva MiFID II
In conformità con i requisiti della Direttiva 2014/65/UE relativa ai mercati degli strumenti finanziari e agli standard tecnici delle autorità regolamentari, J.P. Morgan SE (JPMSE) è tenuta a rispettare determinati obblighi in relazione all’esecuzione alle condizioni migliori (“Best Execution”). L’esecuzione alle condizioni migliori riguarda il modo in cui gli ordini dei clienti vengono eseguiti, collocati o trasmessi dalla nostra banca.
Una descrizione dell’approccio adottato da J.P. Morgan per assicurare l’esecuzione alle condizioni migliori quando si eseguono o trasmettono gli ordini dei clienti è disponibile qui.
Le informazioni illustrano le strategie e gli strumenti utilizzati da JPMSE per attuare e valutare la qualità dell’esecuzione delle operazioni nelle classi di attivo elencate.
Per qualsiasi domanda, La invitiamo a rivolgersi al Suo referente in J.P. Morgan.
Direttiva sui servizi di pagamento (Payment Services Directive – PSD2)
La Direttiva sui servizi di pagamento (Payment Services Directive – PSD2), entrata in vigore a 13 gennaio 2018, è una normativa europea che mira a migliorare e incoraggiare servizi di pagamento più sicuri e innovativi in tutta l’Unione Europea (UE).
Informazioni utili
Con la prima direttiva PSD del 2007 è stato istituito un mercato unico per i pagamenti nell’UE, incoraggiando un servizio di pagamenti transfrontalieri più agevole ed efficiente. Dal 2007 il settore dei pagamenti è stato teatro di cambiamenti e di un processo di modernizzazione che hanno aperto la strada a un aggiornamento dell’ambito di applicazione originario della PSD.
La direttiva rappresenta un ulteriore passo verso la completa armonizzazione del mercato dei pagamenti dell’UE. Per ulteriori informazioni sulla nuova normativa e i miglioramenti introdotti, si rimanda alle “Domande Frequenti” pubblicate sul sito web della Commissione europea.
Regolamento relativo ai prodotti d’investimento al dettaglio e assicurativi preassemblati (“Packaged Retail and Insurance-based Investment Products Regulation”, PRIIP) e Documenti contenenti le informazioni chiave (“Key Information Documents”, KID)
Con decorrenza 1 gennaio 2018 il Regolamento PRIIP stabilisce l’obbligo di creare un Documento contenente le informazioni chiave per alcuni tipi di prodotti.
I Documenti contenenti le informazioni chiave hanno lo scopo di aiutare gli investitori a capire la natura, i rischi, i costi, i guadagni e le perdite potenziali di un prodotto. Sono inoltre concepiti per rendere più facile la comprensione delle principali caratteristiche di un prodotto in modo da poterlo confrontare con altri.
Per qualsiasi domanda, La invitiamo a rivolgersi al Suo referente in J.P. Morgan.
Contratti a termine – 0-6 mesi
Opzioni su cambi – 3 mesi
Informativa sulla Privacy, valida a decorrere dal 6 gennaio 2023
L’Informativa
La presente Informativa è stata redatta da JPMorgan Chase & Co. per conto proprio, delle sue filiali, delle sue controllate e delle sue affiliate, identificate più avanti come Titolari del trattamento nella tabella alla Sezione 13 (collettivamente, “J.P. Morgan”, “noi”, “ci” o “nostro”) ed è rivolta ai soggetti esterni alla nostra organizzazione con cui interagiamo, tra cui i visitatori dei nostri siti web (i nostri “Siti”), i clienti, il Personale delle società nostre clienti e fornitrici e altri destinatari dei nostri servizi (collettivamente, “voi”). I termini definiti utilizzati nella presente Informativa sono spiegati alla Sezione 14.
La presente Informativa può essere modificata o aggiornata periodicamente per riflettere le variazioni delle nostre prassi in materia di Trattamento dei Dati personali o le modifiche della legge applicabile. Vi invitiamo a leggere attentamente la presente Informativa e a controllare con regolarità la pagina del sito per prendere visione delle modifiche che potremmo effettuare in conformità con le disposizioni dell’Informativa.
Informativa sulla remunerazione
Data di Pubblicazione: 10 Marzo 2021
Il quadro retributivo “pay-for-performance” della Società è un quadro disciplinato che verte sulla retribuzione totale (salario di base più incentivi) per rendere la retribuzione proporzionale alla performance complessiva della Società e delle sue attività e alla performance individuale. Ciò prevede un approccio discrezionale bilanciato, per valutare la performance del dipendente nell’arco dell’anno in base a quattro parametri generali: risultati aziendali, clienti/stakeholder, lavoro di squadra e leadership, rischio, controlli e condotta. Questi parametri di performance valutano in modo appropriato le priorità a breve, medio e lungo termine che determinano un valore duraturo per gli azionisti, tenendo conto del rischio, dei controlli e degli obiettivi di condotta. Per promuovere il corretto allineamento “pay-for-performance” della retribuzione, la Società non assegna pesi relativi a questi parametri e tiene inoltre conto di altri fattori rilevanti, comprese le prassi di mercato. Nel condurre questa valutazione equilibrata della performance, per dipendenti selezionati tra i gestori di portafoglio si tiene conto della performance dei rispettivi comparti/strategie. La performance di ciascun gestore di portafoglio viene valutata annualmente in base a una serie di fattori, tra cui, a titolo esemplificativo:
- l’aspetto principale, vale a dire la performance combinata degli investimenti a confronto con omologhi o con indici concorrenti, ove tale performance venga generalmente soppesata a più lungo termine;
- il contributo individuale in relazione agli obiettivi di rischio e rendimento del cliente; e
- l’adempimento, nei confronti del cliente, delle responsabilità fiduciarie e normative e delle responsabilità in termini di conformità e rischio, ivi compreso il rispetto delle politiche sul rischio di sostenibilità.
Oltre alla performance complessiva della business unit e del team di investimento interessati, nella valutazione finale dell’IC per ogni gestore di portafoglio viene integrata una valutazione della performance individuale effettuata utilizzando i criteri di cui sopra, come parte della valutazione dei risultati aziendali.
Dichiarazione del sito web pubblico
Direttiva sui diritti degli azionisti II | Engagement Policy
Introduzione
Questa policy stabilisce la forma in cui il coinvolgimento degli azionisti viene integrato nella nostra strategia di investimento, quando i portafogli dei clienti vengono gestiti nell'ambito di un mandato di investimento discrezionale. In conformità con tali mandati, J.P. Morgan S.E. ("JPMSE" e incluse le nostre filiali, "J.P. Morgan Private Bank") può investire direttamente in azioni emesse da società con sede legale in uno stato membro dell'UE e le cui azioni sono ammesse alla negoziazione in un mercato regolamentato situato o operante all'interno di uno stato membro dell'UE.
J.P. Morgan Private Bank investe generalmente in azioni in forma indiretta, tramite portafogli gestiti da terze parti (ad esempio fondi comuni di investimento e fondi negoziati in borsa) e in azioni, direttamente tramite conti a gestione separata, in relazione ai. quali viene nominato un consulente per gli investimenti di terze parti (collettivamente "Portafogli di terze parti").
J.P. Morgan Private Bank ha inoltre delegato la gestione degli investimenti di alcuni portafogli discrezionali in azioni a J.P. Morgan Asset Management (UK) Limited ("JPMAM") o Gestori patrimoniali di terze parti. La presente engagement policy si applica solo alle attività di coinvolgimento svolte direttamente da J.P. Morgan Private Bank.
Per informazioni sull'approccio di JPMAM al coinvolgimento, consultare il sito Web di JPMAM: https://am.jpmorgan.com/gb/en/asset-management/per/about-us/investment-stewardship/
Come monitoriamo le aziende in cui investiamo
J.P. Morgan Private Bank non effettua direttamente il monitoraggio delle società partecipate. Tuttavia, J.P. Morgan Private Bank effettua il monitoraggio dei portafogli di terze parti, che include l'approccio di consulenti o gestori di portafogli di terze parti ("Gestori di portafogli di terze parti") per il monitoraggio delle società partecipate.
Prima di accettare un portafoglio di terze parti, J.P. Morgan Private Bank svolge una dettagliata procedura di due diligence, basata su valutazioni qualitative e quantitative che esamina, tra le altre questioni, i meriti dell'investimento, l'idoneità tenendo conto dei fattori ambientali, sociali e di governance ("ESG"), le considerazioni sui principali impatti negativi ("PAI") e le priorità del Portafoglio di terze parti. Le informazioni vengono raccolte e analizzate dai team di due diligence fino a che questi, di comune accordo con il team di gestione del portafoglio, non decidano che le informazioni siano sufficienti per soddisfare i criteri di integrazione di J.P. Morgan Private Bank. Le informazioni vengono quindi presentate all'Investment Review Committee, che decide se approvare o meno il relativo Portafoglio di terze parti.
I portafogli di terze parti approvati vengono monitorati periodicamente. I team di due diligence e di gestione del portafoglio mantengono un dialogo con i Gestori di portafoglio di terze parti, che prevede, tra le altre cose, una serie di domande volte a valutare e esaminare le informazioni fornite in precedenza. I team di due diligence e di gestione del portafoglio riesaminano periodicamente le informazioni ricevute sui portafogli di terze parti e conducono valutazioni intermedie. Tali valutazioni includono, in via esemplificativa, la verifica dell'attuazione da parte del Gestore di portafoglio di terze parti della strategia dichiarata, l'idoneità ESG (compresa la revisione delle informazioni su ESG/PAI), la performance e il rischio finanziario e non finanziario, la struttura del capitale e la corporate governance, nonché la valutazione delle società partecipate. In base a tali analisi, viene formulata una raccomandazione, che può prevedere di tenere in osservazione, sottoporre a un periodo di prova, cessare o mantenere, relativamente al portafoglio, al Comitato per la governance della performance degli investimenti di J.P. Morgan Private Bank. Tale Comitato può contestare e successivamente approvare o respingere, la raccomandazione.
Come interagiamo con le società in cui investiamo
J.P. Morgan Private Bank non intraprende direttamente attività di coinvolgimento degli azionisti in società partecipate (a causa della natura della sua attività di private wealth e della base di clienti). Tuttavia, J.P. Morgan Private Bank interagisce con Gestori di portafoglio di terze parti, sia prima che durante il periodo dell'investimento, nell'ambito dei processi di selezione e monitoraggio continuo sopra descritti, inclusa la richiesta di informazioni sugli approcci dei Gestori di portafoglio di terze parti al coinvolgimento in società partecipate.
I team di due diligence raccolgono informazioni sui portafogli di terze parti tramite richieste di informazioni e questionari. Tali questionari possono includere richieste di informazioni sull'integrazione ESG e su coinvolgimento/gestione, nonché altri questionari ad hoc o tematici.
Diritti di voto e utilizzo di consulenti per il voto per delega
Attualmente, J.P. Morgan Private Bank non esercita il diritto di voto per conto dei clienti. Tuttavia, i clienti della filiale di Francoforte di JPMSE, della filiale di Milano di JPMSE e della filiale di Madrid di JPMSE possono esercitare i propri voti sulle azioni che detengono nei conti di gestione degli investimenti presso tali filiali.
In futuro, l'esercizio dei diritti di voto potrà essere gestito tramite consulenti esterni (società esterne, consociate o una combinazione di entrambe).
Conflitti d’interesse effettivi o potenziali
La policy di J.P. Morgan Private Bank sui conflitti di interesse si applica a tutte le sue attività di coinvolgimento.
J.P. Morgan SE – Milan Branch
Dichiarazione dei principali impatti negativi sulla sostenibilità
Data di Pubblicazione: 22 GENNAIO 2022
I. Principali impatti negativi delle decisioni di investimento
Questo documento riassume le politiche e le procedure di due diligence di J.P. Morgan SE (“JPMSE”) relativamente ai principali impatti negativi (“PAI”) delle nostre decisioni di investimento sui fattori di sostenibilità. Al momento JPMSE adotta un approccio basato sui principi per l'identificazione e la definizione delle priorità dei PAI e, come indicato di seguito, è in procinto di integrare un quadro PAI più completo nell'attività di gestione discrezionale.
Questo documento è suddiviso in quattro sezioni:
- Informazioni sulle nostre politiche per l'identificazione e la definizione delle priorità dei principali impatti e indicatori negativi sulla sostenibilità
- Descrizione dei principali impatti negativi sulla sostenibilità e di eventuali azioni intraprese o pianificate
- Breve riassunto del nostro approccio al coinvolgimento degli azionisti
- Riferimento all'adesione di JPMorgan Chase ai codici di condotta aziendale responsabile e agli standard riconosciuti a livello internazionale per la due diligence e la rendicontazione
La dichiarazione è pubblicata ai sensi dell'articolo 4 del Sustainable Finance Disclosure Regulation dell'Unione Europea ("SFDR").
1. Informazioni sulle politiche per i principali impatti negativi sulla sostenibilità di JPMSE
JPMSE ha migliorato alcune delle sue procedure di due diligence esistenti al fine di integrare l'identificazione e la definizione delle priorità degli impatti e degli indicatori negativi sulla sostenibilità. Le nostre procedure in materia di PAI affrontano la sostenibilità dal punto di vista degli effetti negativi che le decisioni di investimento potrebbero avere sui "fattori di sostenibilità", data la rilevanza delle questioni ambientali, sociali e dei dipendenti, del rispetto dei diritti umani, nonché delle questioni anticorruzione e anticoncussione. Per quanto riguarda l'attività di gestione discrezionale di JPMSE, queste procedure fanno parte di un più ampio processo di investimento che considera la gestione del rischio ambientale, sociale e di governance ("ESG") insieme a qualsiasi impatto positivo delle decisioni ESG. A seconda della strategia di investimento, i gestori di portafoglio possono scegliere di dare la priorità a determinati PAI. Il nostro approccio futuro alla definizione delle priorità dei PAI si baserà generalmente sulle priorità ESG a livello aziendale di JPMorgan Chase.
Per quanto riguarda l'attività di gestione discrezionale di JPMSE, JPMSE ha potenziato le procedure di due diligence del gestore di fondi terzi esistenti (che, in questo contesto, include organismi di investimento collettivo gestiti da J.P. Morgan Asset Management) in modo da includere un processo mirato di sensibilizzazione ai PAI. Questo processo di sensibilizzazione comporta una serie di domande da porre periodicamente ai gestori di fondi terzi al fine di identificare i PAI attuali e potenziali di fondi/strategie approvati per l'uso nei prodotti JPMSE e di comprendere se e in che modo i gestori di fondi intendono definire le priorità di tali PAI e ridurli. Ci aspettiamo che, nel tempo, questo processo sarà integrato da dati forniti da terze parti nonché da eventuali informative sui PAI effettuate da gestori esterni che rientrano nell'ambito dell'SFDR (a livello di entità o di prodotto). JPMSE conduce lo stesso processo di sensibilizzazione sui PAI in cui si avvale di consulenti di investimento terzi nelle sue strategie (come avviene attualmente per tutte le strategie che includono investimenti diretti in valori mobiliari). Il processo di sensibilizzazione sui PAI è un recente miglioramento delle procedure di due diligence esistenti per manager/consulenti terzi e prevediamo di ricevere le prime risposte quando manager e consulenti finalizzeranno i rispettivi approcci ai PAI. Una volta che JPMSE avrà un quadro più completo dei PAI in tutti i fondi e le strategie di terze parti, le informazioni saranno messe a disposizione del team di gestione del portafoglio per considerate come parte del processo decisionale di investimento e del processo di selezione di fondi/gestori di fondi esterni. Tutte le risposte ricevute dai team di due diligence sono considerate parte della più ampia analisi qualitativa dei manager/consulenti terzi. JPMSE sta migliorando i propri processi e sistemi per raccogliere dati sui punteggi dei PAI di fondi/strategie approvati, nonché informazioni da gestori/consulenti terzi sui passi che intendono intraprendere per ridurre e/o mitigare i PAI.
Per quanto riguarda le nostre strategie ESG gestite internamente, il team di gestione del portafoglio integra valutazioni e considerazioni qualitative e quantitative ESG nel proprio processo di investimento (ove appropriato) che comprende essenzialmente analisi economiche e di mercato, costruzione del portafoglio, selezione dei veicoli e ricerca ESG. Nello svolgere tale compito, il team può considerare i PAI di investimenti specifici. Il team di gestione del portafoglio mantiene un dialogo attivo con i team addetti alle soluzioni del gestore e i gestori di fondi sottostanti quando valuta i meriti dei singoli fondi sia separatamente che nell'insieme. Allo stesso modo, il team di gestione del portafoglio utilizza approfondimenti e dati provenienti da fornitori terzi di rating e ricerche ESG per esaminare sia i singoli fondi che il portafoglio complessivo seguendo le linee correlate ai criteri ESG, in termini assoluti e relativi agli indici di riferimento tradizionali.
Nell'ambito del processo di monitoraggio continuo di alcune strategie ESG, il team di gestione del portafoglio utilizza periodicamente strumenti di ricerca di terze parti per generare resoconti utilizzati per valutare e rivedere l'impatto, le caratteristiche di portafoglio e la performance rispetto ai criteri ESG pertinenti. Tali resoconti includono i rating e le tendenze ESG, nonché i rischi ESG che il team di gestione del portafoglio può quindi prendere in considerazione nel processo di costruzione e gestione del portafoglio, se necessario. I resoconti identificano i rischi ambientali, sociali, per i dipendenti e per i diritti umani associati alla strategia, attraverso determinati indicatori, ad esempio: emissioni di carbonio, intensità di carbonio, alto rischio idrico, violazione dei principi del Global Compact delle Nazioni Unite, armi controverse e violazioni dei diritti umani e delle norme sul lavoro. Per alcune strategie ESG, il team di gestione del portafoglio tiene conto di questi rischi e degli impatti negativi associati, insieme agli altri dati, rating e tendenze ESG presenti nel resoconto per prendere decisioni di investimento informate. In futuro, il team di gestione del portafoglio continuerà a valutare i dati PAI accessibili tramite i fornitori di dati terzi esistenti man mano che i loro servizi si evolvono per soddisfare i requisiti PAI. Inoltre, il team di gestione del portafoglio trarrà vantaggio dai miglioramenti al processo di selezione del gestore del fondo sopra descritto, nonché dalle iniziative sui dati illustrate alla sezione 2 più avanti in questo documento.
Per quanto riguarda le nostre altre strategie gestite internamente, come indicato nella sezione successiva, JPMSE sta adottando misure per migliorare il quadro esistente al fine di integrare le considerazioni PAI all'interno della più ampia attività di gestione discrezionale.
Per quanto riguarda l'attività di prestito titoli di JPMSE, JPMSE agisce in qualità di agente con discrezione limitata e reinveste la garanzia in contanti in conformità alle linee guida di investimento approvate dai clienti. JPMSE sta stabilendo come valutare il PAI delle decisioni di investimento per l'attività di gestione del portafoglio sui fattori di sostenibilità, inclusa, a titolo esemplificativo, la valutazione della consulenza tecnica e normativa in questo contesto.
2. Descrizione dei principali impatti negativi e delle azioni intraprese o pianificate
L'SFDR richiederà a JPMSE di raccogliere dati sugli indicatori di impatto negativo allo scopo di riferire tali impatti ogni anno in questa dichiarazione. Il primo periodo di riferimento per questa raccolta di dati sarà probabilmente compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022 e i risultati per tale periodo di riferimento verranno pubblicati entro il 30 giugno 2023. I dati storici verranno quindi riportati su base annua. Saranno incluse anche eventuali azioni pianificate o intraprese rispetto ai PAI e agli indicatori.
JPMSE sta integrando nella propria attività di gestione discrezionale un quadro PAI completo, che include l'ulteriore sviluppo delle procedure e dei processi esistenti descritti nella sezione precedente. I miglioramenti interesseranno prevalentemente le seguenti aree chiave:
- espansione delle fonti di dati PAI: reperimento di informazioni PAI sugli investimenti sottostanti da fornitori terzi preferiti, gestori terzi o altri canali esterni;
- definizione delle priorità e riduzione dei PAI: sviluppo di priorità e obiettivi di riduzione che integrano le priorità ESG a livello aziendale di JPMorgan Chase;
- onboarding e monitoraggio: integrazione delle considerazioni e delle priorità PAI nei processi di onboarding e monitoraggio dei gestori di fondi;
- considerazione più ampia dei dati PAI da parte dei gestori di portafoglio: diffusione dei dati PAI e delle priorità/obiettivi di riduzione PAI ai team di gestione del portafoglio in modo che possano tenerli in considerazione nei processi decisionali di investimento;
- infrastruttura tecnologica: miglioramenti tecnologici per la raccolta e l'analisi dei dati PAI, compresa l'aggregazione di indicatori PAI a livello di entità legale.
3. Sintesi dell'approccio al coinvolgimento degli azionisti
L'attività di gestione discrezionale di JPMSE non intraprende direttamente attività correlate al coinvolgimento degli azionisti con società partecipate (a causa della natura del suo patrimonio privato e della sua base clienti). Tuttavia,in virtù dell'informativa resa ai sensi dell'articolo 3g della Direttiva (CE) 2007/36 del Parlamento Europeo e del Consiglio, in base alle modifiche apportate con la Direttiva (UE) 2017/828 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 maggio 2017 (Shareholder Rights Directive II – SRD II), JPMSE si impegna con gestori di fondi esterni sia prima che durante il periodo di investimento per raccogliere informazioni come parte dei processi di selezione e monitoraggio continuo, comprese le informazioni sugli approcci di coinvolgimento dei gestori di fondi. I team di due diligence di JPMSE raccolgono informazioni sui fondi di terze parti tramite richieste di informazioni e questionari a livello di manager/strategia. Tali questionari possono includere richieste di informazioni sull'integrazione ESG e sul coinvolgimento/stewardship, nonché altri questionari ad hoc o tematici. Una volta che un fondo o una strategia sono stati approvati per la distribuzione, ha inizio un processo di monitoraggio continuo che include, in via esemplificativa, revisioni periodiche delle informazioni operative, di investimento ed ESG.
4. Osservanza di codici commerciali responsabili e standard internazionali
Questa sezione riassume l'approccio adottato a livello di gruppo da JPMorgan Chase rispetto ai codici commerciali responsabili, agli standard internazionali ESG e alle iniziative ESG in generale. Sebbene JPMSE non aderisca direttamente a questi codici e standard, di volta in volta li terrà in considerazione all'interno della propria attività in conformità alle politiche e alle procedure a livello di gruppo (ad esempio nell' Environmental and Social Policy Framework dell'azienda).
JPMorgan Chase partecipa, è membro o è coinvolta in varie iniziative e principi che affrontano questioni di business e sostenibilità, tra cui i Principles for Responsible Investment delle Nazioni Unite ("NU") (attraverso l'attività di Asset Management del gruppo) ed è stata membro della Task Force on Climate-related Financial Disclosures sin dalla sua costituzione.
Nel 2020, JPMorgan Chase è inoltre diventata partner fondatore del Centre for Climate-Aligned Finance di RMI, che sta sviluppando soluzioni pratiche per gli istituti finanziari che cercano di perseguire gli obiettivi dell'Accordo di Parigi in relazione alle attività commerciali rilevanti.
JPMorgan Chase riconosce i Guiding Principles on Business and Human Rights delle Nazioni Unite come struttura riconosciuta dalle aziende per il rispetto dei diritti umani nelle operazioni e relazioni commerciali. L'azienda è membro del Gruppo Wolfsberg, un'associazione di 13 banche globali che mira a sviluppare strutture e linee guida per la gestione dei rischi legati alla criminalità finanziaria, in particolare per quanto riguarda le politiche antiriciclaggio e di finanziamento del terrorismo.
II. Principali impatti negativi della consulenza sugli investimenti
JPMSE non tiene conto degli impatti negativi della consulenza in materia di investimenti sui fattori di sostenibilità poiché sta monitorando ulteriori orientamenti normativi e lo sviluppo del settore e delle pratiche di mercato in quest'ambito.
Il servizio di Firma Elettronica Avanzata
Data di Pubblicazione: 29 Giugno 2022
1. La Nota Informativa
Il presente documento (di seguito la “Nota Informativa”) è predisposto da J.P. Morgan SE, Succursale di Milano (di seguito “JPMorgan”) ai sensi dell’art. 57 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 febbraio 2013 recante le “Regole tecniche in materia di generazione, apposizione e verifica delle firme elettroniche avanzate, qualificate e digitali”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 117 del 21 maggio 2013 (di seguito il “Decreto”).
La presente Nota Informativa ha l’obiettivo di:
- rendere note le caratteristiche del sistema attraverso cui JPMorgan eroga il servizio di firma elettronica avanzata (di seguito la “FEA”), atte a garantire il rispetto di quanto prescritto dall’art. 56, comma 1 del Decreto;
- specificare le caratteristiche della tecnologia utilizzata da JPMorgan per l’erogazione del servizio e il modo in cui JPMorgan ottempera a quanto prescritto dalla normativa vigente;
- fornire al cliente, o al potenziale cliente, di JPMorgan (di seguito il “Cliente”) le informazioni ulteriori previste dal Decreto.
2. La FEA
Nell’ambito delle iniziative volte ad innovare e migliorare l’efficienza dei propri processi, JPMorgan ha introdotto una modalità di firma dei documenti che consente al Cliente di sottoscrivere tali documenti in formato elettronico, con l’obiettivo di semplificare e velocizzare le procedure di sottoscrizione nonché, progressivamente, ridurre l’uso della carta.
La sottoscrizione dei documenti elettronici avviene mediante l’utilizzo della FEA, un processo informatico nel quale il firmatario, una volta identificato con certezza dal fornitore del servizio, autorizza l’apposizione della sua firma in modalità elettronica tramite un meccanismo di sicurezza che garantisce l’esatta attribuzione della firma elettronica al firmatario stesso. Il documento sottoscritto con la FEA dal firmatario viene successivamente memorizzato attraverso un programma informatico e in seguito sigillato digitalmente in modo da renderlo immodificabile.
3. Il Servizio
Il servizio che permette l’apposizione della FEA (di seguito il “Servizio”) è reso disponibile al Cliente firmatario da JPMorgan, ai sensi dell’art. 55, comma 2, lett. a) del Decreto. DocuSign Inc. è il soggetto che ha realizzato la soluzione di FEA, ai sensi dell’art. 55, comma 2, lett. b) del Decreto.
Il Servizio offerto da JPMorgan al Cliente consente a quest’ultimo di sottoscrivere elettronicamente i documenti, inclusi i contratti, per i quali JPMorgan rende disponibile il Servizio. La tipologia di documenti, inclusi i contratti, per i quali il Servizio è offerto è suscettibile di modifica nel corso del tempo da parte di JPMorgan.
Il Servizio è gratuito e può essere utilizzato dal Cliente unicamente nei rapporti commerciali e contrattuali intrattenuti con JPMorgan, soggetto erogatore della soluzione tecnologica ai sensi della normativa vigente.
4. I Termini e Condizioni
L’utilizzo del Servizio da parte del Cliente richiede la previa sottoscrizione di una dichiarazione di accettazione delle condizioni contrattuali del Servizio (di seguito i “Termini e Condizioni”).
A tal fine, JPMorgan sottopone al Cliente i Termini e Condizioni che, una volta accettati dal Cliente, sono resi disponibili al Cliente che potrà, gratuitamente, scaricarli in formato pdf e conservarli. I Termini e Condizioni potranno, inoltre, essere sempre visualizzati dal Cliente all’interno della sua area riservata online o richiesti a JPMorgan gratuitamente.
L’accettazione dei Termini e Condizioni è necessaria per poter utilizzare il Servizio e una mancata accettazione degli stessi rende impossibile firmare i documenti in modalità elettronica e utilizzare la FEA.
Resta inteso che l’accettazione dei Termini e Condizioni e l’utilizzo del Servizio non rappresenta un obbligo ma solo una opportunità offerta al Cliente per migliorare la qualità dei servizi offerti e può essere revocata in qualsiasi momento contattando il proprio responsabile del rapporto.
In ogni caso, il Cliente potrà sempre scegliere di non utilizzare il Servizio e di firmare i documenti in maniera tradizionale, con una firma autografa su carta.
5. Le caratteristiche del Servizio (art. 57, comma 1, lett. e) del Decreto)
Il Servizio offerto da JPMorgan garantisce quanto previsto dalla normativa vigente e precisamente:
a) l'identificazione del firmatario del documento;
b) la connessione univoca della firma al firmatario;
c) il controllo esclusivo del firmatario del sistema di generazione della firma, ivi inclusi i dati biometrici eventualmente utilizzati per la generazione della firma medesima;
d) la possibilità di verificare che il documento informatico sottoscritto non abbia subito modifiche dopo l'apposizione della firma;
e) la possibilità per il firmatario di ottenere evidenza di quanto sottoscritto;
f) l'individuazione del soggetto che eroga la soluzione di FEA;
g) l’assenza di qualunque elemento nell’oggetto della sottoscrizione atto a modificarne gli atti, fatti o dati nello stesso rappresentati;
h) la connessione univoca della firma al documento sottoscritto.
Di seguito si descrivono nel dettaglio i punti dell’elenco sopra riportato e, più in generale, il Servizio offerto da JPMorgan.
5.1 Caratteristiche del Servizio che garantiscono l’identificazione del firmatario del documento (art. 56, comma 1, lett. a) del Decreto)
Prima di poter utilizzare il Servizio, il Cliente viene identificato tramite documento di identità in originale in corso di validità.
5.2 Caratteristiche del Servizio che garantiscono la connessione univoca della firma al firmatario (art. 56, comma 1, lett. b) del Decreto)
Le informazioni raccolte durante l’identificazione di cui al punto che precede sono conservate, all’interno del certificato digitale antimanomissione (di seguito il “Certificato di Completamento”), assieme al documento elettronico così sottoscritto.
Il Certificato di Completamento contiene al suo interno il nome e il cognome del Cliente firmatario, i suoi contatti (e-mail), l’indirizzo IP del device utilizzato per apporre la firma, nonché le ulteriori informazioni di autenticazione necessarie per garantire la connessione univoca della firma al firmatario. Il Cliente può sempre richiedere il Certificato di Completamento a JPMorgan contattando il proprio responsabile del rapporto.
Ulteriori dettagli sulle caratteristiche del Servizio che garantiscono la connessione univoca della firma al firmatario, quali l’autenticazione a più fattori, sono contenuti all’interno del punto che segue.
5.3 Caratteristiche del Servizio che garantiscono il controllo esclusivo del firmatario sul sistema di generazione della firma (art. 56, comma 1, lett. c) del Decreto)
Il Cliente ha un controllo esclusivo sul Servizio poiché l’accesso allo stesso è subordinato all’inserimento di credenziali di autenticazione conosciute unicamente dal Cliente firmatario stesso. Inoltre, il sistema prevede un sistema di autenticazione a più fattori che, al fine di garantire una maggiore sicurezza sull’utilizzo del Servizio da parte del Cliente, fa affidamento sia sull’invio di una e-mail all’indirizzo del Cliente sia su un successivo SMS contenente un codice univoco al telefono del Cliente, come da quest’ultimo comunicato a JPMorgan, per evitare eventuali accessi da parte di terzi al Servizio e, di conseguenza, alla FEA.
Il Cliente può sempre comunicare a JPMorgan, tramite il proprio responsabile del rapporto, eventuali violazioni o tentativi di violazione delle proprie credenziali.
5.4 Caratteristiche del Servizio che garantiscono di verificare che il documento informatico sottoscritto non abbia subito modifiche dopo l’apposizione della firma (art. 56, comma 1, lett. d) del Decreto)
Al termine della procedura di sottoscrizione elettronica, il documento è sigillato digitalmente al fine di garantirne l’immodificabilità tramite la creazione di un’impronta informatica del suo contenuto (hashing). Poiché non possono esistere documenti elettronici diversi tra loro che abbiano la medesima impronta, sarà sufficiente effettuare il raffronto tra l’impronta sigillata all’interno delle firme con quella del documento per il quale si intende verificarne l’immodificabilità per verificare che il documento elettronico sottoscritto non abbia subito modifiche dopo l’apposizione della FEA. Questo consente di rilevare ogni possibile alterazione o modifica effettuata al documento.
5.5 Caratteristiche del Servizio che garantiscono la possibilità per il firmatario di ottenere evidenza di quanto sottoscritto (art. 56, comma 1, lett. e) del Decreto)
Nel momento in cui al Cliente è data la possibilità di apporre la sua firma elettronica, il Servizio consente al Cliente di visualizzare, ingrandire e leggere, in tutte le sue parti, il documento informatico. Inoltre, con apposite funzioni di posizionamento della firma, viene indicato al Cliente dove apporre la firma.
Successivamente, il Cliente può visualizzare il documento elettronico sottoscritto per il tramite dell’e-mail che conferma l’avvenuta sottoscrizione, oppure accedendo alla sua area riservata online, oppure ancora contattando il proprio responsabile del rapporto.
5.6 Caratteristiche del Servizio che garantiscono l’individuazione del soggetto erogatore della soluzione FEA (art. 56, comma 1, lett. f) del Decreto)
Il Servizio è offerto da J.P. Morgan SE, Succursale di Milano. Il Certificato di Completamento contiene detti dettagli e, essendo conservato all’interno del documento elettronico sottoscritto, consente sempre una corretta identificazione del soggetto erogatore del Servizio.
5.7 Caratteristiche del Servizio che garantiscono l’assenza nell’oggetto della sottoscrizione di qualunque elemento idoneo a modificarne gli atti, i fatti e i dati in esso rappresentati (art. 56, comma 1, lett. g) del Decreto)
I documenti prodotti a seguito dell’utilizzo del Servizio utilizzano esclusivamente formati atti a garantire l’assenza, nell’oggetto della sottoscrizione, di qualunque elemento idoneo a modificare gli atti, i fatti e i dati in essi rappresentati.
5.8 Caratteristiche del Servizio che garantiscono la connessione univoca della firma al documento sottoscritto (art. 56, comma 1, lett. h) del Decreto)
I dati della firma del Cliente vengono inseriti nel documento informatico all’interno di una struttura che li unisce inseparabilmente all’impronta informatica del documento elettronico sottoscritto. Questa struttura è protetta con adeguata tecnica crittografica, al fine di preservare la firma da ogni possibilità di estrazione o duplicazione. La chiave crittografica può essere usata in sede di perizia nei soli casi in cui si renda indispensabile accertare l’autenticità della firma o del documento, ad esempio nel caso di un contenzioso o a seguito di richiesta dell’autorità giudiziaria.
5.9 Caratteristiche delle tecnologie utilizzate (art. 57, comma 1, lett. f) del Decreto)
Le caratteristiche delle tecnologie utilizzate sono illustrate all’interno dei paragrafi che precedono.
6. La conservazione dei documenti (art. 57, comma 1, lett. b) del Decreto)
La copia del documento di riconoscimento del Cliente, la dichiarazione di accettazione dei Termini e Condizioni e ogni altra informazione atta a dimostrare l’ottemperanza della FEA a quanto previsto dal Decreto saranno conservati per almeno venti anni da JPMorgan, come previsto dal Decreto.
Il Cliente potrà sempre richiedere a JPMorgan copia dei documenti sopra indicati. Tale richiesta potrà essere avanzata in qualunque momento per tutto il periodo in cui JPMorgan è tenuta per legge a conservare la documentazione sottoscritta contattando il proprio responsabile del rapporto.
In ogni caso, la presente Nota Informativa, contenente le informazioni relative alle caratteristiche del Servizio ed alle tecnologie su cui questo si basa, è pubblicato sul sito internet di JPMorgan, risultando sempre disponibile per il Cliente.
7. La copertura assicurativa (art. 57, comma 2 del Decreto)
Al fine di proteggere i titolari della FEA e i terzi da eventuali danni cagionati da inadeguate soluzioni tecniche, nonché al fine di rispettare i requisiti previsti dalla normativa vigente, JPMorgan si è dotata di una copertura assicurativa per la responsabilità civile rilasciata da una società di assicurazione abilitata ad esercitare nel campo dei rischi industriali per un ammontare non inferiore ad euro cinquecentomila, come previsto dal Decreto.
Processo di gestione dei Reclami
Presentazione di un reclamo
In caso di controversia rispetto ad un qualunque nostro servizio di cui alle Condizioni Generali di Contratto per i Clienti Privati, il cliente può presentare per iscritto un reclamo indirizzando tutta la documentazione al team Supervisory Management, J.P. Morgan SE. Milan Branch (la Banca), Via Cordusio n. 3, 20123 Milano (Italia). Il servizio non comporta alcun costo aggiuntivo.
Gestione dei reclami
Alla ricezione del reclamo la Banca avvia un processo di verifica imparziale volto ad identificare chiaramente le cause del reclamo e relative responsabilità, laddove configurabili.
Nel rispetto delle normativa vigente la Banca fornirà una risposta al reclamo entro 60 giorni dal ricevimento della richiesta.
Definizione stragiudiziale delle controversie
Il Cliente, qualora fosse insoddisfatto dell'esito del reclamo, prima di ricorrere al Giudice, potrà attivare ulteriori procedure formali di conciliazione e mediazione presso le autorità competenti.
1) in caso di controversie inerenti ad operazioni e servizi bancari e finanziari il cliente potrà:
- rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), istituito ai sensi dell’art. 128-bis del Testo Unico Bancario (i) se l’operazione o il comportamento contestato è successivo alla data del 1/1/2009; (ii) nel limite di 200.000 euro, se il reclamo comporta la richiesta di una somma di denaro; (iii) senza limiti di importo, in tutti gli altri casi. Per sapere come rivolgersi all’ABF può consultare il sito www.arbitrobancariofinanziario.it, chiedere presso le Filiali della Banca d’Italia, oppure rivolgersi alla Banca
- singolarmente o in forma congiunta con la Banca, rivolgersi all’Organismo operante presso il Conciliatore Bancario Finanziario specializzato nelle controversie bancarie e finanziarie, con sede a Roma, via delle Botteghe Oscure 54, tel. 06/674821. Per sapere come rivolgersi al citato organismo consultare il sito web ufficiale www.conciliatorebancario.it;
2) in caso di controversie inerenti a servizi e attività di investimento:
- rivolgersi all'Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF), istituito presso la CONSOB nei casi in cui la somma richiesta non superi l’importo di € 500.000. Il ricorso all’Arbitro deve essere proposto entro un anno dalla presentazione del reclamo all’intermediario. Tale facoltà è esclusa per gli investitori classificati come controparti qualificate o clienti professionali ai sensi del medesimo Testo Unico della Finanza.Il diritto di ricorrere all’ACF è sempre esercitabile, anche in presenza di clausole di devoluzione della controversia ad altri organismi di risoluzione extragiudiziale contenute nei contratti. Per sapere come rivolgersi al citato organismo consultare il sito web ufficiale www.acf.consob.it
- singolarmente o in forma congiunta con la Banca, anche in assenza di preventivo reclamo, attivare una procedura di conciliazione finalizzata al tentativo di trovare un accordo. Questo tentativo sarà eseguito dall'Organismo di Conciliazione Bancaria costituito dal Conciliatore Bancario Finanziario - Associazione per la soluzione delle controversie bancarie, finanziarie e societarie - ADR. Per maggiori informazioni, consultare il sito web ufficiale. Resta ferma la possibilità di ricorrere all'autorità giudiziaria ordinaria nel caso in cui la conciliazione si dovesse concludere senza il raggiungimento di un accordo.
Sistemi di garanzia dei depositi e di indennizzo
I depositi presso J.P. Morgan SE sono coperti dal regime di compensazione legale per depositanti e investitori delle banche private tedesche (Entschädigungseinrichtung deutscher banken, EdB).
L'EdB (Burgstraße 28, 10178 Berlino, Germania, http://www.edb-banken.de) tutela i depositi e alcune passività derivanti da operazioni in titoli presso determinati istituti di credito, nella misura prevista dalla legge tedesca sulla garanzia dei depositi e, se applicabile, in relazione al Legge tedesca sul risarcimento degli investitori. I privati, le società di persone e le aziende hanno diritto al risarcimento. Non sono coperti i depositi di banche e investitori istituzionali, quali istituti finanziari e società di investimento, organismi di investimento collettivo in valori mobiliari, compagnie di assicurazione e depositi delle pubbliche amministrazioni. L'EdB tutela i depositi fino ad un limite di 100.000 euro per depositante e il 90% delle passività derivanti dall'attività di investimento, limitatamente all'equivalente di 20.000 euro. Le passività per le quali una banca ha emesso strumenti al portatore, come obbligazioni al portatore e certificati di deposito al portatore, non sono protette. Il risarcimento è previsto in relazione all'attività di investimento, in particolare se, contrariamente ai propri doveri, una banca non è in grado di restituire somme dovute a un cliente, concernenti operazioni su titoli e/o strumenti finanziari di proprietà del cliente e detenuti in custodia per suo conto.
Ai sensi dell’articolo 8 del Decreto Legislativo n. 179/2007 è costituito presso la CONSOB il Fondo di Garanzia per i risparmiatori e gli investitori avente lo scopo di indennizzare gli investitori contro i danni patrimoniali subiti a seguito di una qualunque violazione, accertata con sentenza passata in giudicato o lodo arbitrale non impugnabile, di qualsiasi disposizione della Parte II del Testo Unico della Finanza (“Disciplina degli Intermediari”). I regolamenti CONSOB, in attuazione del Decreto Legislativo n. 179/2007, stabiliscono il funzionamento, ed i criteri di eleggibilità al Fondo di Garanzia per i risparmiatori e gli investitori
Rischi di sostenibilità
Data di Pubblicazione: 22 GENNAIO 2022
Il regolamento sull'informativa di finanza sostenibile dell'UE (2019/2088) ("SFDR") impone ai partecipanti ai mercati finanziari e ai consulenti finanziari di pubblicare sui loro siti web informazioni sulle loro politiche d'integrazione dei rischi di sostenibilità nel loro processo decisionale di investimento e nella consulenza in materia di investimenti.
Il "rischio di sostenibilità" è definito in SFDR come un evento o una condizione ambientale, sociale o di governance che, qualora si verifichi, può provocare un sostanziale impatto negativo, effettivo o potenziale, sul valore di un investimento.
Esempi di rischi di sostenibilità che possono potenzialmente causare un sostanziale impatto negativo sul valore di un investimento, qualora tali rischi si presentassero, sono i seguenti:
- I rischi per la sostenibilità ambientale possono includere cambiamenti climatici, emissioni di carbonio, inquinamento atmosferico, innalzamento del livello del mare o inondazioni costiere o incendi;
- I rischi per la sostenibilità sociale possono includere violazioni dei diritti umani, tratta di esseri umani, lavoro minorile o discriminazione di genere; e
- I rischi per la sostenibilità relativi alla governance possono includere una mancanza di diversità a livello di consiglio o organo di controllo, violazione o limitazione dei diritti degli azionisti, questioni relative alla salute e alla sicurezza della forza lavoro o scarse garanzie sui dati personali o sulla sicurezza informatica.
J.P. Morgan SE ("JPMSE") ha integrato i rischi di sostenibilità nel proprio processo decisionale di investimento per tutte le strategie di gestione degli investimenti discrezionali. JPMSE ha inoltre integrato i rischi di sostenibilità nel proprio processo di consulenza in materia di investimenti per tutti gli Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari ("OICVM") e i fondi di investimento alternativi ("FIA"). Le politiche di JPMSE sull'integrazione dei rischi di sostenibilità nel processo decisionale e di consulenza in materia di investimenti sono state inserite in manuali e procedure specifiche del team a tutti i livelli della società.
I gestori di portafoglio di JPMSE ricevono informazioni sui rischi di sostenibilità e sono esortati a tenerne conto nel prendere decisioni di investimento. I consulenti agli investimenti di JPMSE forniscono consulenza in materia di investimenti in relazione a fondi OICVM o FIA che sono monitorati, anche in relazione al rischio di sostenibilità, nell’ambito del processo di due diligence di JPMSE. Per le strategie di gestione degli investimenti discrezionali che sono state personalizzate su richiesta del cliente e che utilizzano strategie di gestione degli investimenti discrezionali standard per incorporare limiti di investimento personalizzati, JPMSE ha integrato i rischi di sostenibilità nel suo processo decisionale di investimento per le strategie di gestione degli investimenti discrezionali standard e tali personalizzazioni del cliente possono quindi alterare il profilo di rischio di sostenibilità di un portafoglio di investimento. Il rischio di sostenibilità di per sé non impedirà a JPMSE di effettuare o raccomandare un investimento, ma rientra piuttosto nei processi generali di gestione del rischio di JPMSE ed è uno dei tanti rischi che, a seconda della specifica opportunità di investimento, possono essere rilevanti per la determinazione del rischio da parte di JPMSE.
Un link per l’informativa pertinente relativa ad aree di attività di JPMSE diverse dalla gestione patrimoniale è disponibile qui.
J.P. Morgan (Suisse) SA
Condizioni generali applicabili ai clienti
Garanzia dei depositi
I miei depositi sono protetti con la garanzia dei depositi esisuisse?
Sì, J.P. Morgan (Suisse) SA, come ogni banca e ogni società di intermediazione mobiliare in Svizzera è tenuta a sottoscrivere l’Autodisciplina “Convenzione tra esisuisse e i suoi membri”. I depositi dei clienti sono quindi garantiti fino all'importo massimo di CHF 100’000 per cliente. Come depositi valgono anche le obbligazioni di cassa depositate a nome del depositante presso la banca emittente. La garanzia dei depositi in Svizzera è assicurata da esisuisse e il sistema della garanzia dei depositi è spiegato nel dettaglio all'indirizzo https://www.esisuisse.ch/it.
Libretto di divulgazione delle informazioni
A DECORRERE DAL 7 NOVEMBRE 2022
Questo opuscolo illustra gli scenari in cui JP Morgan (Svizzera) SA potrebbe essere costretta o autorizzata a condividere determinate informazioni con soggetti terzi parti o affiliate.
L'opuscolo può essere modificato o aggiornato di volta in volta per riflettere i cambiamenti nelle nostre pratiche in merito alla divulgazione dei dati dei clienti in Svizzera o all'estero o le modifiche alla legge applicabile. S'invita il cliente a leggere attentamente questo opuscolo e a verificare regolarmente questa pagina per esaminare eventuali modifiche che potremmo apportare.
Documento sui Rischi
I mercati finanziari presentano numerosi rischi che gli investitori dovrebbero conoscere prima di effettuare un investimento. La politica di J.P. Morgan (Suisse) SA (la “Banca” o “J.P. Morgan” o “noi”) consiste nell’attirare l’attenzione del (dei) suo (suoi) cliente(i) (il “Cliente” o “investitore” o “Lei”) sui fattori di rischio che rendono taluni investimenti più rischiosi e/o più complessi rispetto agli investimenti classici. Il presente Documento sui Rischi è parte dei termini e condizioni di J.P. Morgan applicabili ai clienti (i “Private Client Terms”).